MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-17ROMA - Duello tra Bersani e Avvenire. A quaranta giorni dalle regionali, il quotidiano dei vescovi lancia l'affondo contro i radicali e la scelta del Pd di candidare la leader storica del Pr, Emma Bonino alla guida della Regione Lazio. Il segretario dei Democratici la difende: "Emma è una fuoriclasse, è la scelta migliore". Nega Bersani che il partito stia cambiando ragione sociale mettendo in mora i cattolici. Rivendica anzi, in una lettera scritta al quotidiano, il rispetto e l'attenzione per la cultura, la tradizione e i valori cattolici. Ma Avvenire non molla e va all'offensiva per il secondo giorno consecutivo. Il direttore Marco Tarquinio parla di "crescente senso di allarme" e osserva: "Il caso Bonino... si sta configurando sempre più come un caso Pd. Le sottovalutazioni e le sufficienze si pagano. |
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17 Febbraio 2010 Scrive il segretario dei democratici. Il direttore risponde "Emma, un mattone nella casa comune Pd" Una scelta che non si può sottovalutare Caro direttore, il tema della presenza dei cattolici del Pd richiede ben altro approfondimento di una breve replica a un articolo. Non posso tuttavia non rispondere al ragionamento che Sergio Soave ha sviluppato martedì 16 febbraio sulle pagine di Avvenire. Innanzitutto, credo davvero che non mi si possa descrivere come un segretario che ha un atteggiamento di sufficienza sulla questione. Chi ha potuto vedermi lavorare lungo ormai molti anni, non potrà certo accusarmi (credo di poter dire, onorevole Binetti compresa!) di sottovalutare la funzione della cultura cattolica nella vita pubblica del Paese. Il punto è che la costruzione del Pd pretende uno sforzo di convergenza e di mescolanza sul piano del progetto politico. Certamente non potrebbe esistere il Pd senza l’idea di una funzione autonoma e mediatrice della politica, funzione tanto più nobile ed importante quanto più collegata al concetto di limite della politica e di riconoscimento, quindi, del valore profondo delle convinzioni religiose ed etiche. Penso dunque che le adesioni o le defezioni avvengano sul piano delle scelte politiche. Non trovo giusto ad esempio negare in premessa ad una personalità come Emma Bonino, senatrice eletta nelle nostre liste, la capacità di interpretare l’insieme di un programma di coalizione. Così come trovo davvero stucchevole l’idea che si voglia appaltare a qualche altra forza politica la rappresentanza dei valori cattolici, secondo schemi politicisti fatti a tavolino. Distacchi dolorosi dunque, quelli avvenuti, ma che si sono determinati sul piano politico. Non è su questo che può essere messa in discussione la possibilità della cultura e dei politici cattolici di avere un ruolo nella costruzione del Pd. Soave scrive che non è riconosciuta nel Pd pari dignità ai cattolici. Di che cosa si sta parlando? Di posizioni nel partito? Il presidente, il vicesegretario, il capogruppo alla Camera, i responsabili di settori di lavoro crucialissimi come welfare e scuola non sono forse protagonisti di quella cultura? Si parla invece di politiche? Non conosco "derive zapateriste". Conosco un progetto che rivendica la laicità dello Stato legandola strettamente ai nostri principi costituzionali; conosco politiche di merito legate a principi di un umanesimo forte preoccupato della libertà e della dignità dell’uomo, a cominciare da quello debole e abbandonato; un umanesimo capace di misurarsi sui temi cruciali della vita e della morte senza dimenticare tuttavia il cammino dell’esistenza. Mi si permetta di dire che il nodo della questione è un altro. Le culture del Pd non possono vivere da separate in casa. Piaccia o no, non è questo il nostro progetto. Tutte le culture devono via via riconoscersi nei muri portanti della casa comune. Si potrà dire che questo lavoro è ancora all’inizio; ma chi pensache sia un lavoro inutile o impossibile o uno sforzo a cui rinunciare dovrà ricredersi. Pier Luigi Bersani Segretario del Partito democratico
Ringrazio l’onorevole Bersani per le pacate eppure appassionate argomentazioni di questa sua lettera in risposta all’acuto commento di Sergio Soave e, mi pare di capire, al denso lavoro di indagine e di analisi che ha accompagnato su Avvenire le cronache del disincanto, del disagio e del distanziamento dal Pd di settori e personalità di cultura politica cattolica dopo l’abbraccio tra questo importante partito e la leader radicale Emma Bonino. Con una battuta potrei dire che se il segretario del Partito democratico è in coscienza tranquillo, non saremo certo noi di Avvenire a inquietarci al posto suo e degli altri dirigenti della formazione sognata da Prodi e, poi, fondata da Veltroni... E invece no, non faccio battute. Perché da molti mesi – proprio a partire da alcuni casi di coscienza estremamente significativi e dagli esigui spazi concessi all’esercizio della libertà di coscienza nei gruppi parlamentari dei democratici – stiamo osservando con rinnovati interesse e attenzione lo svilupparsi del progetto politico generato dalla fusione dei Ds e della Margherita. Interesse e attenzione al tema della libertà di coscienza (e dunque di "cittadinanza") nel Pd che stranamente ci è toccato di coltivare in sostanziale solitudine, e ai quali si è via via sommato un crescente senso di allarme, largamente condiviso – posso testimoniarlo – dai nostri lettori. Da qualche settimana, si è aggiunto il caso Bonino. Che ha ovviamente una natura sua propria, anche per l’incredibile pretesa della superabortista e iperliberista candidata a governatore del Lazio di "rappresentare" addirittura i valori cattolici (e di questo mi occupo pure in penultima pagina, quella dedicata al colloquio coi nostri lettori). Ma il caso Bonino, per le modalità con cui si è manifestato e per il senso politico generale che ha assunto, si sta configurando sempre più anche come un caso Pd. Lei, segretario, ha accettato senza batter ciglio l’autocandidatura della fedelissima compagna di battaglia anticattolica di Marco Pannella e, qui sopra, difende di nuovo la corsa di colei che ha più volte esaltato come "una fuoriclasse", definendo "ingiusto" il giudizio di chi non riconosce a Bonino la "capacità di interpretare un programma di coalizione". Ma il nome e la storia di Emma Bonino "sono" un programma. Un programma, onorevole Bersani, incompatibile con altri (per più di un aspetto anche con quello alla base dell’idea di sinistra che lei punta a rivitalizzare e rappresentare) e, in ogni caso, certamente affinato con aperta e spesso aspra ostilità verso la visione cristiana della vita e dei rapporti sociali. Decidere di fare di un simile contributo un "mattone" del muro della casa comune del Pd significa fare una scelta pesante e precisa. Che, infatti, sta producendo contraccolpi, crepe e lacerazioni. Liberi tutti di valutare gli uni e le altre, a maggior ragione chi le subisce. Noi ci siamo permessi di sottolineare che le sottovalutazioni – le sufficienze, appunto – si pagano. E ne restiamo convinti.
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-02-18
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-02-18 L'Avvenire all'attacco della scelta del Pd di candidare la leader radicale Ma il segretario la difende. E in periferia continua l'esodo dal partito Cattolici, duello fra i vescovi e Bersani "Bonino incompatibile". "E' la migliore" di GIOVANNA CASADIO Cattolici, duello fra i vescovi e Bersani "Bonino incompatibile". "E' la migliore" ROMA - Duello tra Bersani e Avvenire. A quaranta giorni dalle regionali, il quotidiano dei vescovi lancia l'affondo contro i radicali e la scelta del Pd di candidare la leader storica del Pr, Emma Bonino alla guida della Regione Lazio. Il segretario dei Democratici la difende: "Emma è una fuoriclasse, è la scelta migliore". Nega Bersani che il partito stia cambiando ragione sociale mettendo in mora i cattolici. Rivendica anzi, in una lettera scritta al quotidiano, il rispetto e l'attenzione per la cultura, la tradizione e i valori cattolici. Ma Avvenire non molla e va all'offensiva per il secondo giorno consecutivo. Il direttore Marco Tarquinio parla di "crescente senso di allarme" e osserva: "Il caso Bonino... si sta configurando sempre più come un caso Pd. Le sottovalutazioni e le sufficienze si pagano. Tra radicali e cattolici c'è una incompatibilità irriducibile". Attacco pesante. Il quotidiano dei vescovi parla dell'operazione "insensata e truffaldina" in base alla quale "la superabortista, l'iperliberista" Bonino ha "l'incredibile pretesa di rappresentare i valori cattolici". Sono gli stessi argomenti con cui la teodem Paola Binetti, ultima in ordine di tempo, ha lasciato il Pd per l'Udc di Casini e da ieri è candidata "governatore" nella rossa Umbria per i centristi. "Non a caso - scrive sempre Avvenire - si stanno producendo contraccolpi, crepe e lacerazioni..." nel partito di Bersani. Di crepe se ne scorgono alcune. I transfughi cattolici del Pd - dal co-fondatore e ultimo segretario della Margherita, Francesco Rutelli (che ha creato il movimento Api) a Renzo Lusetti, Enzo Carra, Dorina Bianchi (che sono approdati nell'Udc) - sostengono che i contraccolpi si vedono in periferia. Al netto dei fuoriusciti noti. A Finale Emilia, ad esempio, il sindaco Raimondo Soragni ha convocato un consiglio comunale straordinario per farsi confermare la fiducia dopo che il Pd, il partito da lui abbandonato, lo aveva sollecitato martedì sulla stampa locale a dimettersi. Soragni è candidato consigliere regionale dell'Udc e commenta: "Per i cattolici non c'è più spazio, Bonino è l'esempio eclatante". Marco Calgaro, che è stato il vice di Chiamparino a Torino, un democratico cattolico che ha deciso di andare nell'Api di Rutelli, elenca: "Marco Borgione, ex assessore all'Assistenza, dal Pd è passato all'Api; io e Gavino Olmeo facciamo gruppo in consiglio comunale. Non è che chi va via dal Pd si porta dietro truppe cammellate, però nel tempo si vedrà l'effetto: è evidente che la deriva zapaterista dei Democratici preoccupa".
Nel Lazio l'Udc ha da tempo fatto una campagna acquisti a spese del Pd con Alessandro Onorato consigliere in Campidoglio, Antonio Zanon e, post candidatura Bonino, Matteo Costantini segretario della storica sezione romana di via dei Giubbonari. In Campania, la diaspora vera e propria si era già avuta con i demitiani e il loro leader transitati all'Udc. L'intreccio tra i problemi con i cattolici e le regionali, agita i Democratici. Bersani tuttavia rassicura ("Emma interpreta le anime della coalizione") e a Berlusconi che del voto di marzo vuole fare un test nazionale, risponde: "Noi dove ci cerca, ci trova. Se vuole un confronto alle regionali, abbiamo programmi e candidati. Se ritiene di fare un confronto politico da noi problemi zero, se ci cerca ci troverà". Affermazioni fatte durante una manifestazione elettorale con Bonino. Beppe Fioroni, ex popolare, rincara: "Il ceppo del Ppi e dei cattolici democratici che hanno scelto il Pd continua ad essere la spina dorsale del partito. Le defezioni appartengono all'area rutelliana". Di candidature, di cattolici, di un Pd "largo" parlerà anche "Area democratica", la corrente di Franceschini e Veltroni che si riunisce martedì prossimo, dopo un rinvio per tensioni interne. © Riproduzione riservata (18 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Politica |
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-02-18
ITALIA ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO Bonino allontana i cattolici dal Pd? Fioroni: "Non l'abbiamo candidata alla guida del paese" di Sara Bianchi 17 febbraio 2010 Giuseppe Fioroni in una foto d'archivio (Ansa) "Il fatto che il giornale della Conferenza episcopale italiana si preoccupi di noi è un riconoscimento fondamentale per il ruolo che i cattolici svolgono nel centrosinistra" Giuseppe Fioroni non sembra turbato dagli attacchi di Avvenire al Pd, anche perché "il fatto che il giornale della Conferenza episcopale italiana si preoccupi di noi è un riconoscimento fondamentale per il ruolo che i cattolici svolgono nel centro sinistra". È la prima volta che questo si verifica dalla nascita del Pd, dice, e poi precisa di sottoscrivere "in pieno" le parole di Marco Tarquinio sull'incompatibilità tra dottrina sociale della chiesa e cultura radicale. Ma la candidatura alla Regione Lazio di Emma Bonino ("chiamata a rispettare la pluralità di consensi nella colaizione") "non significa aver abdicato a una deriva radicale e neanche aver rinunciato a portare avanti propri progetti". "Non l'abbiamo mica candida al governo del Paese". Ma al di là dell'addio di Paola Binetti, da cui sono partite le riflessioni di Avvenire, assicura Fioroni "la presenza dei cattolici nel Pd è molto significativa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo". Piuttosto l'invito al mondo cattolico "nel suo complesso" è quello di riflettere "sulla mutazione genetica del Pdl e sulla progressiva irrilevanza dei cattiolici nel centro destra e nella compagine di governo". Fioroni pensa in particolare agli indirizzi del Carroccio sul tema dell'immigrazione e sollecita: "Non c'è da esprimere qualche preoccupazione a secondo dei dicasteri che alla Lega vengono assegnati?". E poi come mai, si domanda Fioroni, in questa fase di dibattito elettorale "il testamento biologico è diventato meno rilevante e sono stati più importanti il legittimo impedimento e la protezione civile Spa?". I temi di bioetica, in realtà, dice l'ex ministro "entrano ed escono nell'agenda dei governi, in base alla convenienza del periodo". È l'"allodolismo" (utilizzare il cattolicesimo come specchietto delle allodole, ndr). Metodo al quale noi, dice il presidente del Forum Welfare del Partito democratico, "non ci prestiamo". Insomma "l'impegno politico e la testimonianza delle nostre convinzioni e dei nostri valori sono fondamentali in quei momenti che riguardano la sala parto e la sala rianimazione, ma vogliamo anche occuparci di tutti gli 83 anni di vita media del cittadino italiano". Riferendosi a a Paola Binetti ha citato il vecchio adagio: una rondine non fa primavera, non la fa quando arriva ma nemmeno quando se ne va. Fuor di metafora: l'addio dell'esponente teo-dem non avrà alcuna incidenza sui consensi del Pd... I parlamentari cattolici che provengono dalla storia del Ppi prima e della Margherita poi sono circa 100. La Binetti è una cara collega, che è arrivata con l'esperienza di Francesco Rutelli e molti di coloro che sono venuti con lui ora se ne sono andati. Ma i popolari che sono stati fondatori della scelta di centro sinistra, a livello nazionale come nei territori, stanno convintamente nel Pd. La Binetti è andata nell'Udc. Non temete la concorrenza di Casini? No, non pensiamo che l'alleanza con l'Udc sia un pericolo, la consideriamo una scelta di fondo che va fatta. Anche perché, ed è cosa chiara, non appaltiamo all'Udc la ricerca dei consensi moderati e cattolici. Mi auguro piuttosto che per il futuro Casini sappia definire una propria posizione, superando la macchia di leopardo, quella che spesso viene chiamata la politica dei due forni. Perchè quella scelta appartiene a una vicenda superata. Ora occorre saper scegliere dove esistono le maggiori possibilità di condivisione e di operatività, in un Paese che non vuole il bipartitismo ma il bipolarismo. Torniamo alle questioni interne al Pd, come procede il processo di mescolamento delle due anime del partito, ex Ds e ex Margherita? Deve realizzarsi con tempi e procedure necessarie. Cioè? Abbiamo avviato un percorso per arrivare a sintesi avanzate e occorre che le culture originarie dei riformismi che hanno dato vita al Partito democrativo abbiano l'opportunità di confrontarsi, di non essere evanescenti, di non annacquarsi, perché solo da una pluralità di presenza culturali forti, radicate sul territorio, di riferimento per i settori vitali del paese, si può arrivare a quel percorso di sintesi polito-culturale più avanzata sul quale abbiamo scommesso. Ma secondo lei oggi i cattolici in base a che cosa decidono il loro voto? Pesano ancora tanto le questioni etiche? I cattolici come tutti i cittadini scelgono partendo da un presupposto: richiedono al politico non più di dare buoni consigli semplicemente perchè è capace solo di dare cattivi esempi. Gli italiani preferiscono alle parole i fatti. Penso alle nuove generazioni: i nostri ragazzi votano sulla base non di quello che diciamo ma di quello che facciamo. E siamo tutti terribilmente responsabili della nostra incapacità di testimonianza. I cattolici danno valore alle scelte etiche ma danno valore all'etica come aggettivo qualificativo della vita di un uomo. E poi votano anche e soprattutto per come si risolvono i problemi del lavoro, dell'occupazione, dell'ambiente, della casa, della famiglia, della crescita, dello sviluppo del Paese. 17 febbraio 2010
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